Kitchen and the plastic spoons

quattro chiacchiere con Iggo: intervista ad un pioniere della scena punk/new wave svedese

English version by Radiopunk.it

Come inaugurare il sito di un’attività commerciale se non con un lungo articolo riguardante una band semi sconosciuta della quale non vendiamo dischi e che sembra quasi sparita nei meandri del tempo. 

Quest’anno sono QUARANT’ANNI DALLA FONDAZIONE di una delle più influenti band della scena new wave/punk svedese degli anni 80, i KITCHEN AND THEPLASTIC SPOONS. Sono riuscito a strappare un’intervista al fondatore IGGO (ora impegnato con i progetti IGGOF FOGGI AND PLENTY   e TOSTUPITODIE)che è stato così gentile da concederci un po’ del suo tempo, rispondendo alle nostre domande con una passione tale che leggendo si stenta a credere siano passati tutti questi anni dallo scioglimento della band. Una bella lezione di DIY e vita nella musica che trovo importante per le band attuali, spesso mi trovo ad intervistare gruppi non ancora affermati che rispondono svogliatamente alle domande, come se la promozione del proprio progetto musicale fosse qualcosa di scontato o secondario. 

I Kitchen hanno avuto qualche fugace reunion in occasione dell’uscita di un’incredibile raccolta su vinile chiamata SCREAMS TO GOD (già a prezzi da collezionisti), della mai troppo lodata DARK ENTRIES, di cui sono fiero possessore. Dentro al vinile c’è un piccolo foglietto rosa che racconta la storia della band e ne riassume la discografia. Il piccolo foglio è stato la mia bibbia nella conduzione dell’intervista e rappresenta praticamente l’unico articolo ben scritto che si può trovare online sul gruppo (in inglese, non ho fatto ricerche in svedese). 

Se cercate su YouTube le canzoni dei Kitchen vi renderete subito conto che questa è una band sui generis che già aveva superato il punk in quanto semplice genere musicale e portava la libera espressione musicale verso nuove frontiere, sposando quella che era la nascente scena new wave ma senza adagiarsi sui suoi già allora presenti cliché. 

             “mentre tutti parlavano di quanto fossero depressi, i Kitchen parlavano di mangiare un gelato con Dio” 

Ho quindi deciso di provare a far conoscere in Italia quella che secondo me è una delle band più valide degli anni 80’ e chissà, in futuro potrà nascere qualcosa… 

1)TU SUONAVI IL SINTETIZZATORE IN UN GRUPPO CHIAMATO PSYCO E HAI FONDATO SUCCESSIVAMENTE GLI GDANSK RINOMINATI POI KITCHEN AND THE PLASTIC SPOONS, VORREI PERÒ SAPERE QUALCOSA DI TE PRIMA DI QUEL PERIODO, COME TI SEI AVVICINATO ALLA MUSICA E COME SEI ARRIVATO A SUONARE QUESTO GENERE? 

Iggo: Ho sempre amato la musica elettronica, sin da quando scoprii la colonna sonora di A CLOCKWORK ORANGE DI WENDY CARLOS. Credo di aver iniziato ad ascoltare Kraut Rock nel 1974. Dall’età di 14 anni iniziai a lavorare in un negozio di dischi nel centro di Stoccolma chiamato Space Records e la cosa durò per 5 anni. Li dentro attraversai l’era del glam e del prog, della disco e del proto punk, che poi si evolse in punk e new wave. La miglior educazione musicale che potessi ricevere. Smisi di lavorarci nel 1978. 

Nel 1979 io ed Helena (tastierista dei Kitchen), al tempo la mia ragazza, ascoltavamo massicciamente tutta la nuova musica dell’epoca, specialmente John Peel su Radio One. Quando l’attrazione per il punk cominciò a scemare iniziò ad uscire un sacco di roba post punk come i PIL, i Magazine e i pionieri Ultravox. Fummo letteralmente catturati da tutta l’ondata di dischi alternativi e Do-it-yourself come Throbbing Gristle, Human League, Fad Gadget, Thomas Leer & Robert Rental, Cabaret Voltaire e This Heat etc etc… A Stoccolma non c’era nulla di tutto questo se si esclude qualche evento oscuro qui e là. Bisognava tenere occhi ed orecchie ben aperti per restare in contatto con quel movimento! 

Incontrai Mats R degli Psycho ad un evento di arte postmoderna nello scantinato di un centro massaggi. C’era una band chiamata Plasts  che si esibiva con un’esilarante cover di Venus in Furs, tutti erano abbigliati con stupendi abiti vintage e trucco. Quell’esperienza mi aprì la mente, specialmente i Plasts che usavano nastri in loop e sintetizzatori. In seguito quando si sciolsero e cambiarono il proprio nome in Rhure suonammo un sacco di concerti assieme. Mats R aveva una sala prove ed un paio di sintetizzatori, così mi invitò a dare un’occhiata. Ci andai portandomi il mio basso, così cominciammo a jammare e da lì nacque la voglia di fare qualcosa insieme. Condividevamo gli ascolti di roba come Silicon Teens, Kraftwerk and Gary Newman, quindi suonavamo un po’ come un mix di quelle band. Decisi abbastanza velocemente di abbandonare il basso e in un paio di mesi acquistai il mio primo Yamaha CS10 per poi passare ad un CS15 un paio di settimane dopo. Mats R usava uno Stringman, un Roland SH 2000 e una Boss DR-55. Nel frattempo una nuova band chiamata Porno Pop Moon Family iniziò a frequentare la nostra sala prove. Cominciammo a passare molto tempo assieme divertendoci e facendo festa. Dopo alcuni mesi il loro cantante, Jarmo, aprì un locale Mod, che ai tempi era l’ultima moda arrivata da Londra. In quel club suonammo il nostro primo concerto come Psycho e mettemmo persino su un gruppo Mod chiamato the 60s con Jackie e Mats W, bassista e batterista dei Porno Pop. Ci esibimmo un paio di volte con la ragazza di Mats R e sua sorella come cantanti, proponendo alcuni classici Mod degli anni sessanta. 

Nel maggio del 1980 gli Psycho ebbero finalmente l’opportunità di esibirsi in uno dei migliori locali di Stoccolma, il Musikverket, e non stavamo più nella pelle all’idea di poterci suonare. Sfortunatamente Mats R si beccò un’influenza che ci avrebbe costretto a dare forfait. Io però non volevo farmi scappare dalle mani quell’opportunità, così chiesi a Jackie e Matt W di mettere su qualcosa per divertimento e loro accettarono. Chiedemmo anche ad Anne, la ragazza di Jackie, di unirsi a noi, dato che aveva il look più figo della città. Così, in una sera, buttammo giù tre pezzi e prendemmo il nome della città natale di Jackie, Gedansk, che poi cambiammo in Kitchen and the Plastic Spooons (come veniva pronunciato originariamente). La performance fu fantastica ed ebbe un forte impatto sul pubblico, così decidemmo di continuare a suonare assieme. A quel punto si aggiunse Helena al Synth e, per migliorare il sound, prendemmo Patrik alla chitarra. Nel frattempo ognuno continuava a tenere in vita le rispettive band ma queste scomparvero lentamente… 

 

2) LA BAND È DURATA QUANTO UN BATTITO DI CIGLIA, DOPO PEZZI SU VARIE COMPILATION, UN 7” E UN FLEXI, MA SI È SCIOLTA PRIMA DI POTER INCIDERE UN ALBUM, MA HA COMUNQUE LASCIATO IL SEGNO, TANTO DA ESSERE RISTAMPATA IN CD DA III WIND RECORDS PRIMA ED IN VINILE DA DARK ENTRIES POI, QUALI FURONO I MOTIVI DI UNO SCIOGLIMENTO COSÌ RAPIDO? 

Iggo: Dopo aver cominciato con un approccio gioioso e disimpegnato, io credo che ci ritrovammo a fare i conti con il gravoso e ben noto peso delle aspettative che si sviluppano verso se stessi. Passammo dall’essere giocosi al dover sempre scendere a compromessi e qualche volta addirittura litigare per imporre le nostre idee. Scrivemmo anche molte canzoni e abbandonammo le vecchie ad una velocità che definirei isterica, la scaletta cambiava di continuo. Il nostro modo di scrivere canzoni prevedeva di solito che Jackie arrivasse in saletta con una nuova linea di basso, dopodiché ognuno di noi aggiungeva il proprio contributo. Il più delle volte io, Jackie e Mats W creavamo l’arrangiamento principale tutti assieme ma uno dei problemi fu che Jackie cominciò a creare musica sempre più lenta e cupa, ci stavamo trasformando in una versione dark di noi stessi. Nulla fu più divertente, Anne lasciò Jackie e poco dopo anche la band. 

Provammo a continuare con Jupiter, l’altra cantante degli ormai fermi Porno Pop, ma la dipartita dalla band di Mats W diede il colpo di grazia a quel poco divertimento che era rimasto. 

Poco prima che Anne ci mollasse, firmammo per un cosiddetto manager di nome Syk, esperienza disastrosa. Nonostante fosse un mio vecchio amico si rivelò inaffidabile e intrattabile. Avevamo appena messo su assieme la Castor Records mentre i Kitchen stavano registrando quello che sarebbe dovuto essere il loro primo album, poco prima di sciogliersi. 

3) COM’ERA ESSERE UNA BAND E CERCARE DI SUONARE NELLA SVEZIA DEI PRIMI ANNI 80? ANDAVATE IN TOUR ANCHE FUORI DAI CONFINI SVEDESI? 

Iggo: Quando formammo i Kitchen tutte le porte si aprirono improvvisamente per la nascente scena alternativa, si stava creando un nuovo spirito di collaborazione che fu in seguito preso come esempio da musicisti professionisti. Facemmo un tour abbastanza lungo in Svezia (Lokaaalen Turnén). Il tour fu una sorta di showcase con le band con cui condividevamo la sala prove: 

HÖRFÖRSTÅELSE , RHUR, HELEN & THE WARRIORS AND SILICON CARNE. 

Ecco un sito dove potete trovare altre band della scena punk e new wave svedese PUNKTJAFS . 

Suonammo all’estero solamente in occasione della reunion nel 2008, al Drop Dead Festival di Lisbona e poi a Dresda qualche anno dopo. Se la cantante Anne non ci avesse mollati avremmo suonato di più all’estero, abbiamo ricevuto molte offerte che però abbiamo dovuto rifiutare. 

4)LA COMPILATION COSA NOSTRA DIPINGE UNA REALTÀ DI ALTO PROFILO E BEN VARIEGATA CHE LASCIA SUPPORRE UNA REALTÀ FLORIDA, COM’ERA “LA SCENA” SAPEVATE GIÀ DI FAR PARTE DI QUALCOSA CHE SAREBBE RIMASTO NELLA MEMORIA DEGLI APPASSIONATI? 

Iggo: Cosa Nostra fu per lo più registrata allo studio Hulman, lo stesso posto dove facevamo le prove cha era di proprietà di questo ragazzo italiano, Lino Ajello. Tutti i gruppi erano composti da nostri cari amici e Syk era coinvolto nella realizzazione. Incredibilmente da una semplice idea nata chiacchierando si trasformò in qualcosa di concreto e uscì in cassetta. 

Credo che nessuno pensasse che sarebbe diventata nulla di speciale, lo facemmo per non starcene fermi. Stoccolma al tempo era un bel calderone in cui nei locali si suonavano i più diversi generi musicali. C’erano forse duecento o poco più persone che ruotavano attorno ai concerti e alle stesse band, tutti si supportavano a vicenda in questa scena alternativa e tutti ci sentivamo a nostro agio sotto la bandiera del Sindacalismo, se vogliamo dirla così. 

5) LA VOSTRA MUSICA AVEVA UNA FORTE CONNOTAZIONE ARTISTICA E D’AVANGUARDIA CHE ROMPEVA I LEGAMI CON L’ORMAI ESAURITASI ONDATA DEL PRIMO PUNK E NE RIFIUTAVA GLI SCHEMI, SEMBRA CHE ORMAI ANCHE L’ART MUSIC SI SIA ADAGIATA SUGLI STILEMI CHE BAND PIONIERISTICHE COME LA VOSTRA HANNO TRACCIATO, COSA NE PENSI? 

Iggo: Sì, lo penso anche io, per quanto riguarda noi la nostra attitudine naif e giocosa era la causa principale del nostro sound. Come dici tu abbiamo deliberatamente cercato di evitare i cliché più abusati e anzi, ce ne siamo sempre presi gioco. Tutto questo è stato facile finché ognuno di noi ha dato il suo personale contributo ad ogni canzone, ma quando poi ognuno ha cominciato ad intromettersi nella libera espressione degli altri membri del gruppo la spontaneità ha cominciato a venire meno. Credo che si possa percepire ascoltando quello che abbiamo creato più tardi. 

6) COSA ASCOLTI NEL 2020? CI SONO ARTISTI NUOVI CHE TI APPASSIONANO? 

Oh, questa è difficile. Tra le varie cose ascolto sporadicamente tutta la vecchia musica che non potevo ascoltare ai tempi o dei vecchi dischi sconosciuti che ho nella mia collezione di vinili, anche se al momento non li posso sentire visto che vivo all’estero, al momento mi salva YouTube. 

Sento anche tantissima musica di artisti con cui sono entrato in contatto durante gli ultimi cinque anni qui a Bangkok, dove vivo adesso. Tutto quanto, dall’harsh noise ambient free jazz al bla bla bla, ahah! Impossibile da descrivere, cambio gusti praticamente ogni giorno e in sostanza ascolto tutto tranne l’hip hop e la musica da classifica. 

Ecco una lista di cose che sto ascoltando! 

1900 – Den minsta av segrar https://youtu.be/HuIwQZKIGXU [5] 

Shitkid – Sugar Town https://youtu.be/ceyb0K3YO1s [6] 

Keren Batok /Isotropia – Antidote https://youtu.be/PcNzwK5OxUk [7] 

Stumm / Risberg – Rise and Fall https://youtu.be/qR0TyJ1MAHo [8] 

JG Thirlwell & Simon Steensland – Heron https://youtu.be/erFva0jwUT8 [9] 

7) CON MIA MOGLIE HO COVERIZZATO PER GIOCO LIBERTY IL VOSTRO PEZZO PIÙ POP E CANZONE CHE AMO PARTICOLARMENTE, IO AL BASSO E LEI CON TASTIERE E TROMBA, SEMBRA CHE LE TRACCE DI SYNTH CHE TIRIAMO GIÙ SEMBRANO NON ANDARE SEMPRE “D’ACCORDO” TRA LORO E CON IL BASSO, INVECE SUONATE DA VOI C’È UN EFFETTO DI INSIEME CHE FA FUNZIONARE IL TUTTO. IL VOSTRO ERA UN APPROCCIO EMPIRICO O ERA QUALCOSA DI STUDIATO? 

Ho sempre seguito una strategia istintiva perché ho sempre dato retta alle mio intuito. 

Non sono un musicista formato, sennonché da bambino mi hanno forzato a suonare il flauto ed il clarinetto che però detestavo, io volevo suonare la chitarra! Così finalmente convinsi mio padre a comprarmene una, ma vista la difficoltà che avevo a suonare gli accordi decisi di passare al basso. Dal momento che conobbi i sintetizzatori riuscii finalmente a liberare tutta la mia creatività, divertendomi a smanettare con le frequenze! 

Liberty è registrata con un registratore a bobina nella nostra sala prove, con una Yamaha-CS15 con delle sovraincisioni fatte con una simil Farfisa, non ricordo la marca. Credo sia per questo che è difficile coverizzare quella melodia di Synth…hehe

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