Mi hanno dato un paio di indicazioni di massima, gli piaceva l’idea di una scena abbastanza caotica dove inserire in qualche modo un fenicottero e un bruco, a simboleggiare rispettivamente l’etichetta Flamingo e lo studio Velvet Worm. Per il resto mi hanno dato carta bianca.Non li perdonerò mai per aver voluto spostare il titolo Upset Hopes perché temevano che nella posizione che avevo scelto io fosse poco visibile, ma a parte questo mi sono trovato benissimo a lavorare con loro. Scherzo ovviamente (scherzo sul non perdonarli mai, non sull’essermi trovato bene con loro).
3 L’anno scorso hai vinto il concorso per ridisegnare il logo della Fat Wreck, storica etichetta punk melodico, so che il concorso prevedeva un pagamento in materiale dell’etichetta, come la vedi come scelta? Secondo noi il lavoro di un artista vale più di un centinaio di dollari in dischi, oppure la pubblicità ottenuta ti ha ampliamente ripagato?
Quell’episodio è un’altra delle belle cose inaspettate che mi sono capitate durante la pandemia. Avevo postato su Instagram un mio personale redesign del logo della Fat, solo un mese dopo venni contattato da loro e mi dissero che vedendo quel post avevano avuto questa idea del concorso, a cui poi partecipai, quindi più che un vincitore del contest mi piace pensare di essere stato tra quelli che l’hanno visto nascere. Ci sono state le immancabili polemiche in merito, insulti alla Fat e ai partecipanti che inviavano il loro disegno sperando in una misera gift card. A questo proposito vorrei fare un po’ di chiarezza e sottolineare che mi sono sentito trattato molto bene dalla Fat. Al di là del fatto che da subito era stato presentato come un gioco e la Fat aveva messo in chiaro che il logo scelto non sarebbe mai stato utilizzato come loro immagine aziendale ma solo per una serie limitata di t-shirt, ci tengo a ribadire che oltre alla gift card era previsto anche un pagamento in vile denaro che ho ricevuto con una velocità sorprendente.Un’altra cosa al volo: siamo il paese del “ti pago in visibilità”, il paese in cui quotidianamente marchi giganteschi e conosciuti di ogni settore non si fanno problemi a mettere in palio 100 o 200 euro per progetti grossi e professionali su siti “specializzati” in cui giovani creativi disperati da tutta italia si scannano tra loro per poter portare a casa il lavoro senza nemmeno venire accreditati. Per quella che è stata la mia esperienza con la Fat, non sono mancati né il rispetto per il mio lavoro né un gradito e collaterale ritorno di visibilità. Avercene di aziende come la Fat da queste parti.
4) Quali sono le tue copertine punk preferite?
Banalmente le prime che mi vengono in mente sono due classiconi immortali come London Calling e And Out Come The Wolves. Tra l’altro sono entrambe estremamente citazioniste (un richiamo diretto a Elvis la prima, ai Minor Treat la seconda), è interessante notare come molte copertine diventate iconiche spesso nascono dalla voglia di giocare col passato reinterpretarlo a modo loro. Nel mio piccolo, per la composizione della copertina di Upset Hopes due riferimenti significativi sono stati Dookie dei Green Day e SOS dei Millencolin.
5) Il disco da ascoltare mentre si disegna?
In questi giorni mentre disegno sto ascoltando molto Glow dei Turnstile, fuori di testa e irresistibile. Ma anche Lament dei Touché Amoré che all’uscita, un annetto fa, avevo colpevolmente ignorato. E a costo di farmi sputare in faccia da qualche amico punk, devo confessare che un altro sottofondo che gradisco molto quando disegno sono i Cigarettes After Sex.
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